I protagonisti sono i giovani e il Dialogo Strutturato europeo è lo strumento e l’occasione per esprimere le proprie opinioni e raccomandazioni su strategie, azioni, politiche da promuovere a livello europeo.
Ogni 18 mesi il Trio di Presidenza del Consiglio dell’Unione europea individua una priorità tematica che dà inizio al processo di consultazione dei giovani in ogni singolo Stato membro. La tematica prioritaria dell’attuale Trio di Presidenza di Paesi Bassi, Slovacchia, Malta, da gennaio 2016 a giugno 2017, ha l’obiettivo di consentire ai giovani di impegnarsi in un’Europa diversa, connessa e inclusiva: “Enabling all young people to engage in a diverse, connected and inclusive Europe – Ready for life, Ready for society”.
L’attenzione sarà quindi rivolta all’inclusione dei giovani, ai cambiamenti dinamici delle società europee, alle sfide attuali, all’integrazione dei rifugiati.
In questo contesto, i sistemi di istruzione, le organizzazioni giovanili, l’animazione socio-educativa e il volontariato hanno un forte ruolo educativo e assumono una funzione essenziale affinché i giovani possano sviluppare tutte le loro potenzialità e divenire attori protagonisti di questi cambiamenti.
Ma quali sono le riforme necessarie al raggiungimento di questi obiettivi?
Innanzitutto, i sistemi di istruzione dovrebbero valorizzare i punti di forza dei giovani e le loro capacità, permettere loro di sviluppare competenze personali e trasversali, attitudini e valori. Questo sistema di educazione necessita di strumenti, metodi e approcci pedagogici innovativi ispirati all’educazione non formale e, quindi, della collaborazione dei settori dell’educazione formale e non formale.
Anche l’educazione alla cittadinanza dovrebbe far parte dei programmi di studio nelle scuole e dei programmi di educazione nelle organizzazioni giovanili, concentrarsi sullo sviluppo di conoscenze, competenze, valori e atteggiamenti per società inclusive, pacifiche e democratiche.L’educazione alla cittadinanza risulta più efficace se acquisita in ambienti partecipativi, obiettivo che necessita della stretta cooperazione dei settori dell’educazione formale e non formale.
I giovani dovrebbero, inoltre, beneficiare di spazi di aggregazione, di progetti di animazione socio-educativa e di volontariato, di opportunità di mobilità in Europa e oltre l’Europa: luoghi ed attività utili alla creazione di relazioni positive tra persone di diversa provenienza, all’acquisizione di nuove abilità e competenze interpersonali, organizzative, di risoluzione di conflitti, di consapevolezza interculturale, di lavoro di squadra, capacità di leadership, fiducia in se stessi e un senso di iniziativa e responsabilità.
E qui entrano in gioco le organizzazioni giovanili, che svolgono un ruolo educativo di primaria importanza, il cui valore dovrebbe essere riconosciuto dagli istituti di istruzione formale, dai responsabili politici e dalla società in generale.
La società e i datori di lavoro hanno anche il compito di fornire supporto alle attività di mobilità, di riconoscere le competenze acquisite dai giovani attraverso il volontariato e l’animazione socio-educativa e di integrarle nei sistemi di validazione nazionali e nel certificato Europass.
Le autorità pubbliche nazionali ed europee dovrebbero assicurare un forte sostegno a politiche e iniziative incentrate sull’inclusione dei giovani marginalizzati, che favoriscano la creazione di connessioni e partenariati nella società.
È sempre più evidente che le competenze sono indispensabili sia per la vita personale che professionale e imprescindibili per lo sviluppo di qualsiasi gruppo, comunità, paese. I programmi e le istituzioni preposte all’educazione formale e non formale assolvono questo compito, di fornire gli strumenti per imparare a vivere insieme in modo positivo, in un ambiente libero, sicuro e inclusivo e garantire a tutti i giovani la piena partecipazione alla vita.
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