In merito ai costi sostenuti per l’acquisto di tamponi frequentemente ripetuti ai fini dell’ottenimento del green pass per i volontari che scelgono di non vaccinarsi, l’ANG comunica che tale spesa non è ammissibile nell’ambito dei costi eccezionali.
Il requisito del possesso del green pass per accedere ai luoghi di lavoro/attività di volontariato è stabilito da disposizioni governative e in Italia si applica a tutte le persone indipendentemente dal loro status di volontario europeo o meno. Tale posizione è confermata anche dalle indicazioni della Commissione Europea che invita al rispetto delle norme vigenti nei singoli Paesi; i tamponi frequenti necessari per ottenere il green pass apporterebbero un onere eccessivo al progetto, rischiando anche di incidere sulla durata e sulla qualità delle attività e distogliendo le risorse del progetto destinandole ad altre finalità.
La Commissione Europea ha comunicato che, in caso si verifichino simili situazioni nei progetti in corso, vale a dire che sopraggiungano normative rispetto a volontari già in servizio, il beneficiario del progetto può terminare anticipatamente l’attività, in conformità con le disposizioni stabilite nel Volunteering Agreement e dopo aver ottenuto il consenso dall’Agenzia Nazionale.
Il costo per i tamponi frequenti può essere imputato al budget di progetto solo nei casi in cui il volontario/la volontaria non possa ricevere il vaccino per ragioni di salute.
Cogliamo l’occasione per raccomandare alle organizzazioni beneficiarie di verificare anticipatamente, in caso di flussi di mobilità da avviare, se le attività proposte ai volontari richiedano il green pass o altra attestazione; nel caso in cui sia così, è opportuno informare i volontari prima del viaggio, d’intesa con l’organizzazione di supporto. Tutti i beneficiari sono invitati ad attuare misure adeguate già in fase di conoscenza dei candidati, illustrando loro il contesto delle attività e le disposizioni locali, regionali e nazionali da rispettare.
Condividi su: