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La condizione giovanile in Italia in tempi di COVID19

10/07/2020 | Comunicati stampa Corpo Europeo di Solidarietà
La condizione giovanile in Italia in tempi di COVID19

L’Agenzia Nazionale per i Giovani ha commissionato ad Ipsos s.r.l il sondaggio sulla Condizione Giovanile in Italia in tempi di COVID19. Il sondaggio è stato somministrato ad un campione casuale rappresentativo dei cittadini dai 14 ai 35 anni residenti sul territorio nazionale secondo genere, età, livello di scolarità, condizione lavorativa, area geografica di residenza e ampiezza del centro di residenza. Sono state realizzate 1.200 interviste (su un totale di 2.554 contatti), mediante sistema CAWI, tra il 2 e il 5 luglio 2020.

L’ostinato bisogno di ricerca di felicità dei giovani non si è fermato neanche nei giorni del lockdowm. Da anni ormai geneticamente esposti ad un continuo processo di costruzione e smantellamento, i giovani di oggi hanno ottimizzato la loro capacità di resilienza e si sono abituati a «tornare al punto 0». Non avendo punti di riferimento saldi, se non quelli all’interno della stretta rete famigliare, sanno programmare repentini e innumerevoli cambi di direzione per ricominciare da capo. Che questa sia la skill migliore per coltivare un “effetto trampolino” dopo la drammatica emergenza sanitaria che stiamo vivendo? In un recente sondaggio sono stati trattati questi temi parlando direttamente con i giovani dai 14 ai 35 anni chiedendo loro di raccontarsi e di riflettere profondamente sulla nuova quotidianità anche in prospettiva futura in un momento storico che ha dello straordinario, dove tutto sembra dover essere riscritto. Dopo le paure e le preoccupazioni che hanno invaso la nostra dieta mediatica di questi ultimi mesi, i giovani possono percepirsi felici? Il 79% di loro dichiara di esserlo. I più positivi i più giovani tra i giovani, i 14-19enni, che ancora non si trovano a dover fare i conti con il mercato del lavoro e con l’esigenza di indipendenza economica. Ma la felicità sta nel qui ed ora, nei progetti a breve termine realisticamente realizzabili date le condizioni. Proiettarsi alla vita ideale crea invece frustrazione: seppur felici, due giovani su tre dichiarano infatti di vivere una vita reale ben lontana dalla vita ideale che vorrebbero per loro stessi. Il COVID19 ha lasciato qualche traccia indelebile nei ragazzi? In primis i ragazzi hanno imparato ad apprezzare di più il valore della loro vita (60%) che mai in modo così prepotentemente evidente appare interconnessa con quella degli altri (57%). E non solo, l’emergenza sanitaria ha reso loro ancora più propensi al cambiamento (54%), in un moto di continuo adattamento in cui i giovani più delle altre generazioni, erano già prima in grado di muoversi. Consapevoli che gli effetti negativi del COVID19 ci saranno da qui per i prossimi anni, più di un giovane su tre è preoccupato principalmente per la propria situazione lavorativa e quindi economica per altro già decisamente compromessa anche prima dell’arrivo del virus. Il COVID19 ha intaccato l’attrattività delle esperienze all’estero per studio o per lavoro? Decisamente no: l’80% dei giovani si dichiara disposto a fare un’esperienza di minimo un mese all’estero, consapevoli soprattutto del fatto che andare a studiare o a lavorare all’estero è un’ opportunità imperdibile per confrontarsi con altre culture e fare nuove esperienze fondamentali per la propria crescita e spendibili poi sul mercato del lavoro.

I giovani però non sono soli, sono molti i soggetti a cui possono rivolgersi per cercare sostegno e per provare a realizzarsi al meglio. Poco inclini ad uscire dalla loro confort zone, faticano ad affidarsi a figure al di fuori della loro cerchia ristretta di parenti e amici. Ignari dell’esistenza di quelli che vengono definiti Youth Workers (chiunque abbia un ruolo professionale o volontario capace di influenzare e indirizzare una persona durante la sua fase di crescita giovanile, infantile, adolescenziale), una volta messi al corrente di chi sono e cosa fanno sono razionalmente in grado di vederne l’enorme importanza (il 70% li considera figure chiave utili per la crescita di un ragazzo). Altra istituzione in aiuto ai giovani è l’Agenzia Nazionale Giovani, nota almeno per sentito dire dal 59% dei giovani. Sul versante dei servizi istituzionali offerti, il più noto è decisamente il Programma Erasmus Plus, un programma dell’Unione Europea che offre opportunità di studio, formazione, di esperienze lavorative o di volontariato all’estero per i giovani, promuovendo sinergie tra i diversi settori. Anche il neonato programma Corpo Europeo di Solidarietà partito a regime solo nel 2019 risulta noto al 46% del campione.

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