L’acronimo R.A.Y. identifica delle Ricerche europee, identificate con la denominazione “Research-based Analysis and Monitoring of European Youth Programmes”, che vengono sviluppate da un network europeo costituito da ricercatori, istituti di ricerca, università e Agenzie Nazionali dei Programmi Erasmus+Gioventù in Azione ed European Solidarity Corps. È stato creato nel 2008 su iniziativa dell’Agenzia Nazionale austriaca di Erasmus+:Gioventù in Azione, in particolare del consorzio Interkulturelles Zentrum e dell’Istituto di Scienze dell’Educazione dell’Università di Innsbruck, al fine di sviluppare una cooperazione transnazionale, per attività di ricerca sui programmi giovanili europei. Attualmente aderiscono e partecipano al network 36 Agenzie Nazionali del Programma Erasmus+: Gioventù in Azione e Corpo europeo di solidarietà, tra cui l’Italia.
Tutte le informazioni sul network RAY sono disponibili al seguente indirizzo web: NetworK RAY
Risultati
Dopo una lunga storia di Programmi europei rivolti ai giovani, in vista di poter disporre di dati aggregati paragonabili a livello europeo e necessari a dimostrare l’importanza della prosecuzione di linee di bilancio europee finalizzate a sostenere i Programmi europei in favore dei giovani e al fine di far conoscere ad un pubblico più ampio – sia decisori politici – sia stakeholders esterni al mondo dell’animazione giovanile, cosa avviene all’interno dei progetti di politica giovanile, è emersa la necessità di attivare dei filoni di ricerca.
Tale esigenza è emersa soprattutto in quanto negli anni, diventava ormai evidente che esistevano processi di acquisizione ed apprendimento significativi da parte dei giovani coinvolti nei progetti finanziati dai Programmi europei diretti ai giovani dei quali si disponeva a livello europeo prevalentemente di dati di natura quantitativa, ma non qualitativa.
R.A.Y. è nato al fine di conoscere, con strumenti qualificati, scientifici, strutturati, la natura dei progetti realizzati nei Programmi, di analizzare i cambiamenti prodotti sui giovani coinvolti, analizzare la natura degli apprendimenti (cosa e come si apprende nei progetti e nelle attività formative), quali competenze vengono acquisite e di analizzare anche i risultati, l’impatto e i cambiamenti che vengono prodotti rispetto alle organizzazioni beneficiarie dei progetti in termini di rafforzamento della propria “capacity building”.
Diverse erano le finalità ultime, tra le quali il più incisivo riconoscimento delle competenze acquisite da parte dei giovani, la loro valorizzazione nell’ambito delle rispettive comunità di appartenenza, il sostegno europeo alle politiche giovanili etc.
RAY si propone pertanto:
Il programma di ricerca RAY ad oggi ha promosso sette attività di ricerca di seguito indicate, delle quali 5 sono in fase di realizzazione e due sono completate:
La ricerca si propone di contribuire al monitoraggio di E+/YiA e allo sviluppo della qualità dei progetti, attraverso la somministrazione periodica di un questionario ai partecipanti e ai responsabili di progetto. Questa attività viene sviluppata congiuntamente da tutti i partner del Network RAY.
AIG partecipa a tutte le ricerche del network RAY e per tale ragione in generale partecipa a tutti i gruppi di lavoro delle ricerche. In merito al contesto italiano tutte le attività sono state realizzate in collaborazione con il l’Università di Salerno.
Sintesi delle attività svolte realizzate nel 2019
Nel 2019 si sono definitivamente concluse le ricerche denominate MON, CAP- LTE con la pubblicazione dei risultati internazionali delle 3 ricerche relative al periodo 2017-2018:
Iniziative e gruppi di lavoro del 2019
Pubblicazioni e documenti del 2019
Il quadro che emerge dai risultati delle ricerche concluse, sia a livello nazionale sia internazionale, è incoraggiante. Da un lato emerge un profilo dei giovani che aderiscono a E+/YiA caratterizzato dalla netta prevalenza di soggetti dotati di risorse culturali e sociali medio-alte. Si tratta di giovani con una forte propensione alla mobilità e E+/YiA rappresenta un’opportunità per fare nuove esperienze e contribuire allo sviluppo personale, attraverso il contatto con altre culture.
Per chi fa esperienza di formazione, l’esperienza di mobilità europea consente di accrescere o acquisire nuove competenze metodologiche, organizzative e linguistiche; tra le aspettative c’è la volontà di entrare in contatto con altri soggetti e organizzazioni. Dall’altro lato, questo quadro, che rischia sempre di generare un circolo vizioso “professionisti della mobilità”, riesce ad arricchirsi della presenza, sebbene ancora poco rilevante numericamente, di giovani che solitamente rimangono fuori dai circuiti sociali quali la scuola, il lavoro, ad esempio.
Le attività di ricerca del RAY confermano la presenza di barriere, anzitutto di natura sociale e culturale, che (spesso implicitamente) limitano l’accesso a E+/YiA: il Programma fatica a raggiungere i giovani con minori opportunità e con minori risorse di base (culturali, economiche etc…). Allo stesso tempo, la condivisione di esperienze mirate e specializzate facilita, spesso, l’”aggancio” di quei giovani con minori opportunità. La partecipazione a E+/YiA consente ai beneficiari di confrontarsi con altre realtà sociali, culturali e organizzative, sperimentando i valori in cui credono e mettendo alla prova le proprie pratiche e, le attività realizzate predispongono positivamente i partecipanti verso atteggiamenti più flessibili, di apertura verso situazioni e contesti nuovi, di maggiore dialogo con l’altro e di apprezzamento per i princìpi democratici. Per quanti si affacciano per la prima volta a E+/YiA o sono alla prima esperienza di mobilità internazionale – in particolare se provengono da aree rurali o periferiche – l’adesione a E+/YiA diventa l’occasione attraverso la quale “scoprire” e apprezzare (sotto nuova luce) l’Europa. La partecipazione a E/YiA favorisce l’accrescimento di conoscenze su un ampio spettro di tematiche che riguardano, anzitutto, la diversità culturale, l’educazione non-formale e lo “youth work”, lo sviluppo personale e le tematiche europee, l’ambiente e l’ecologia, la democrazia e i diritti umani.
In particolare la ricerca ha condotto un’analisi sulle conoscenze acquisite dai partecipanti in relazione alla propria fascia d’eta. E’ emerso che nell’ambito della fascia d’età più bassa (15/17 anni) il tema che maggiormente sensibilizza le nuove generazioni riguarda le problematiche ambientali. Mentre in quella immediatamente successiva (18/20 anni) vi è una particolare attenzione a temi connotati da un forte carattere sociale come la non discriminazione, le questioni europee e i diritti umani.
Più in generale, le esperienze di mobilità e/o di incontro con giovani provenienti da altri Paesi offrono ai beneficiari strumenti e occasioni decisive per poter collocare la propria esperienza all’interno di un contesto più ampio e stimolante, con ricadute positive sulla (ri)definizione delle traiettorie personali, educative e professionali. La partecipazione ai programmi europei analizzati diventa occasione attorno alla quale acquisire maggiore consapevolezza delle proprie prospettive educative, formative e professionali e per programmare riflessivamente i propri percorsi futuri.
Dalla ricerca RAY-MON emergono anche dati particolarmente interessanti sul rapporto tra programmi europei e mercato del lavoro. Come è stato ricordato in precedenza – nel paragrafo sulle soft skills – i programmi AIG consentono di sviluppare e potenziare le capacità naturali dei ragazzi ed accentuare le nuove abilità che il mercato del lavoro richiede ai giovani.
La ricerca RAY-MON 2017/2018 – pubblicata nel novembre 2019 ed aggiornata ad aprile 2020 – nelle sue conclusioni suggerisce che i ragazzi partecipanti alla rilevazione per quasi l’80% ritengono di avere maggiori chance lavorative (il numero è la somma delle risposte positive “strongly agree” ed “agree” Figure 6). In relazione allo YouthPass Certificate seppure solo il 29% – un dato effettivamente basso – lo ha utilizzato per una domanda o “application” lavorativa, ben il 67% di questi ultimi ritiene sia stato utile, a testimonianza che esso possa essere uno strumento da potenziare.
Un altro dato interessante emerge dalla ricerca RAY-MON: i giovani partecipano ai programmi europei “to increase job chanches” solo per il 20%, prediligendo ulteriori motivazioni connesse alla conoscenza di una nuova cultura. Ma – al termine del progetto – la percentuale, come abbiamo visto, risale sino a quasi l’80%. Possiamo trarre il dato che il programma nell’immaginario collettivo sia sottostimato per la sua rilevanza nel mercato del lavoro in quanto solo chi effettivamente prende parte ai progetti si rende conto della sua potenziale spendibilità.
E’ la stessa Figure 6 della ricerca che rileva come i giovani partecipanti – a seguito dell’esperienza di mobilità – abbiano maggiore consapevolezza del proprio percorso successivo a livello lavorativo.