Riportiamo di seguito il racconto scritto da Gloria, una ragazza siciliana di 25 anni affetta da ipoacusia bilaterale con protesi acustiche, che ha partecipato a diversi scambi che le hanno cambiato la vita.
Sono Gloria, una ragazza siciliana di 25 anni che solo l’anno scorso ha deciso di mettere da parte le proprie paure e lanciarsi nelle sfide che il mondo lanciava.Soffro di ipoacusia bilaterale e porto le protesi acustiche in entrambe le orecchie, questo “problema” per molti anni mi ha condizionato la vita, vuoi per amicizie sbagliate che facevano di tutto per non incoraggiarti, vuoi per paure di essere giudicata.
Ho deciso l’anno scorso che dovevo fare qualcosa, dovevo cambiare modo di essere, dovevo lanciarmi in qualsiasi progetto, giusto o sbagliato che era per accrescere me stessa ma soprattutto per confrontarmi con gli altri.
Ho iniziato a mandare curriculum e motivazioni nei progetti di Scambi Europei e ne ho fatti ben tre: in Turchia, in Polonia e a Cipro.Non avevo mai osato perché la disabilità mi influenza psicologicamente, avevo paura che non sapendo l’inglese e non capendo sarei stata presa in giro e nonostante tutto però volevo partire. La voglia di scoprire era più forte della paura.
Il primo scambio è stato bello ma anche difficile perché non riuscivo a parlare, capivo poco (già non sapevo l’inglese più il problema udito, panico paura!) e tendevo a stare sulle mie però ho scoperto che la generosità e la bellezza delle persone non ha limiti. Quindi il mondo non è proprio cattivo come lo si dipinge. Ho imparato dal primo scambio, nonostante sia stata poco socievole, a osservare le persone, ad ascoltare attraverso gli occhi, a vedere le differenze culturali per migliorarmi e per capire i propri punti di vista. Sono tornata a casa molto cambiata e volevo provare altri scambi. Ecco che arriva lo scambio a Cracovia dove mi sono buttata (nonostante la paura delle cattive figure) e mi sono divertita e ho scoperto delle passioni che non credevo di avere. Infine, l’ultimo scambio che sono riuscita a fare è stato quello a Cipro dove il tema era la disabilità. Questo scambio mi ha fatto capire che le persone ti amano, ti osservano, ti spronano per quello che sei e non guardano alla disabilità, anzi essa può essere vista come un’abilità. Ecco, li per la prima volta mi sono sentita davvero capita. E ho capito che molto spesso ero io che mi facevo le paranoie e che la gente non importava se fossi sorda o meno, voleva solo condividere del tempo con me perché piacevo come persona. Adesso mi sono fermata perché devo dare l’ultima materia e preparare la tesi ma appena posso ricomincio. Ricomincio qualsiasi cosa mi faccia amare gli altri, mi faccia scoprire nuove culture, nuovi modi di pensare, qualcosa che mi dia la carica e sempre la voglia di non arrendermi. Avrei tante altre cose da dire sulla mia vita ma credo di aver “annoiato ” abbastanza. Quello che ho imparato è che noi giovani dovremmo essere incoraggiati di più, il resto dipende tutto da noi, dalla nostra forza di volontà e dalla voglia che abbiamo di non arrenderci.Mio padre ripete sempre ” soltanto chi si dà per vinto è perduto”, io l’ho capito solo adesso cosa significa davvero. Non è mai troppo tardi e vorrei che tanti giovani lottino per qualsiasi cosa, anche minima, che li faccia star bene.
Gloria Zullo
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