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Nuova agenda globale per le competenze: non si finisce mai di imparare

19/07/2016 | News
Nuova agenda globale per le competenze: non si finisce mai di imparare

Nuova agenda globale per le competenze: non si finisce mai di imparare - - Agenzia Nazionale Giovani

Per dare “un nuovo impulso all’occupazione, alla crescita e agli investimenti”, a giugno scorso la Commissione Europea ha adottato una Nuova agenda globale per le competenze per l’Europa. Obiettivo che tutti, fin da giovani, sviluppino una vasta gamma di competenze, ne migliorino la qualità e la loro pertinenza con il mercato del lavoro. Ma cosa si intende per competenze? E quali iniziative occorre attuare per il loro potenziamento?

Non si finisce mai di imparare
Parliamo di competenze, quella combinazione di conoscenze, abilità e attitudini necessarie per la realizzazione e lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione.
Soprattutto in una società fondata sulla conoscenza, l’acquisizione e il rafforzamento delle competenze chiave per l‘apprendimento permanente sono essenziali per l’innovazione, la produttività, la competitività, la motivazione, la qualità del lavoro, per sviluppare quella flessibilità che consente di adattarsi in modo più rapido a un mondo in continuo mutamento e sempre più interconnesso.
L’istruzione e la formazione iniziale dovrebbero offrire a tutti i giovani gli strumenti per sviluppare le competenze chiave, ad un livello tale da prepararli alla vita adulta e a quella lavorativa, formando allo stesso tempo una base per l’apprendimento futuro. Anche gli adulti dovrebbero acquisirle durante tutto l’arco della vita, attraverso un processo di continuo aggiornamento.

Sono 8 le competenze chiave e vanno dalla comunicazione nella lingua madre e nelle lingue straniere, alle competenze matematiche e di base in campo scientifico e tecnologico, a quelle digitali, sociali e civiche, all’abilità ad imparare ad apprendere, alla consapevolezza ed espressione culturale, al senso di iniziativa e imprenditorialità, e sono tutte interdipendenti.
Recenti studi a livello europeo raccontano di circa 70 milioni di cittadini europei non in possesso di adeguate competenze di lettura e scrittura, e un numero ancora maggiore possiede scarse competenze matematiche e digitali, con l’evidente rischio di disoccupazione, povertà ed esclusione sociale.
In particolare, i giovani altamente qualificati svolgono mansioni non corrispondenti al loro talento e alle loro aspirazioni, mentre il 40% dei datori di lavoro europei dichiara di non riuscire a reperire persone con le giuste competenze per crescere e innovare.
In pochi hanno la mentalità e le competenze imprenditoriali per avviare un’attività in proprio e adeguarsi alle esigenze del mercato del lavoro.
È indubbio che di fronte agli alti tassi di disoccupazione giovanile, alla crisi economica e ai rapidi cambiamenti delle nostre società, le competenze trasversali come l’imprenditorialità siano fondamentali per forgiare le mentalità dei giovani e per fornire competenze, conoscenze e attitudini.

L’educazione all’imprenditorialità è definita come lo sviluppo delle competenze e della mentalità necessarie per trasformare le idee creative in azioni imprenditoriali. Ma dove si sviluppa e come si promuovere l’educazione all’imprenditorialità? Alcuni paesi europei sono da anni impegnati nell’educazione all’imprenditorialità, altri stanno iniziando ora. Il focus del nuovo rapporto Eurydice fornisce informazioni su strategie, curricula, risultati dell’apprendimento, finanziamenti e formazione degli insegnanti relativi agli anni 2014-2015; si incentra sull’istruzione primaria, secondaria inferiore e secondaria superiore generale e sull’istruzione e formazione professionale iniziale scolastica.
Sono stati presi in esame 38 sistemi educativi: 11 avevano una specifica strategia sull’educazione all’imprenditorialità, tra cui Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia; 18 paesi avevano una strategia più generale che copriva anche altre aree, tra cui Bosnia e Erzegovina, Montenegro, la ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia; 9 non avevano strategie nazionali di rilievo in questo campo, tra cui Italia, Portogallo, Regno Unito, Islanda.Nei due terzi dei paesi presi in esame l’educazione all’imprenditorialità è riconosciuta nei programmi di istruzione primaria: non viene insegnata come materia specifica nelle scuole primarie, ma nella metà dei paesi sono stati definiti obiettivi formativi connessi alle attitudini e abilità imprenditoriali, ad esempio lo spirito di iniziativa, la creatività e l’assunzione del rischio.
Nell’istruzione secondaria, la metà dei paesi esaminati integra l’imprenditorialità nei programmi di alcune materie obbligatorie, ad esempio economia e scienze sociali, mentre in Lituania e Romania la insegnano come materia obbligatoria.
Alcuni paesi sostengono iniziative collegate all’educazione all’imprenditorialità, ad esempio attraverso una stretta collaborazione tra scuola e imprese e l’avviamento di piccole attività gestite da studenti.
Ma per gli insegnanti, che dovrebbero insegnarla e sostenerla, non è prevista una formazione specifica, a parte nella comunità fiamminga del Belgio, in Bulgaria e nei Paesi Bassi. Raramente si raccomandano metodi particolari di insegnamento e/o apprendimento, lasciando quindi ampia autonomia in questo campo: solo un terzo dei paesi europei mette a disposizione linee guida e materiali d’insegnamento specifici a livello nazionale per l’educazione all’imprenditorialità.
Nello sviluppo professionale continuo, l’offerta di corsi sull’educazione all’imprenditorialità è invece più sviluppata: 28 paesi/regioni hanno corsi specifici disponibili almeno per gli insegnanti di determinate materie in certi livelli di istruzione.
Più della metà dei paesi europei assegna allo sviluppo dell’educazione all’imprenditorialità sia finanziamenti nazionali che europei, ma in Europa manca ancora un flusso di finanziamenti stabili e a lungo termine, in particolare per l’attuazione delle strategie, la formazione e il sostegno agli insegnanti, la costruzione di rapporti con i soggetti interessati.

Attualmente, tre sono le sfide più urgenti che la Commissione europea sta affrontando a livello politico: la mancanza di competenze pertinenti per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro, l’insufficiente trasparenza delle competenze e delle qualifiche, la difficoltà di prevedere e anticipare le competenze necessarie.
Con l’obiettivo di dare “un nuovo impulso all’occupazione, alla crescita e agli investimenti”, a giugno scorso la Commissione ha adottato una Nuova agenda globale per le competenze per l’Europa, con l’obiettivo che tutti, fin da giovani, sviluppino una vasta gamma di competenze, ne migliorino la qualità e la loro pertinenza con il mercato del lavoro.
Ecco le 10 iniziative che Unione europea, Stati membri e soggetti coinvolti dovranno intraprendere nel corso dei prossimi due anni:

  • una garanzia per le competenze: aiuto agli adulti scarsamente qualificati ad acquisire un livello minimo di competenze alfabetiche, matematiche e digitali e a conseguire un titolo di istruzione secondaria superiore;
  • una revisione del quadro europeo delle qualifiche: migliore comprensione delle qualifiche e un uso più proficuo di tutte le competenze disponibili nel mercato del lavoro europeo;
  • la “coalizione per le competenze e le occupazioni digitali”: Stati membri e parti interessate dei settori di istruzione, occupazione e industria sviluppano un ampio bacino di talenti digitali e garantiscono che individui e forza lavoro in Europa siano dotati di competenze digitali adeguate;
  • il “piano per la cooperazione settoriale sulle competenze”: analisi del fabbisogno di competenze e rimedi alla carenza di competenze in settori economici specifici;
  • uno “strumento di determinazione delle competenze per i cittadini dei paesi terzi”: definizione tempestiva di competenze e qualifiche di richiedenti asilo, rifugiati e altri migranti;
  • una revisione del quadro Europass: migliori strumenti per presentare le proprie competenze e ottenere informazioni utili in tempo reale sul fabbisogno di competenze e sulle tendenze in materia, che possono aiutare nelle scelte di carriera e di apprendimento;
  • rendere l’istruzione e formazione professionale una scelta di elezione: potenziamento delle opportunità per i discenti, effettuando un’esperienza di apprendimento basata sul lavoro e offrendo una maggiore visibilità ai buoni risultati sul mercato del lavoro;
  • la revisione della Raccomandazione sulle competenze chiave: un maggior numero di persone deve acquisire le competenze di base necessarie per lavorare e vivere nel XXI secolo, con un’attenzione particolare alla promozione dello spirito e delle competenze imprenditoriali e orientate all’innovazione;
  • un‘iniziativa di monitoraggio dei percorsi di carriera dei laureati: migliori informazioni su come i laureati progrediscono sul mercato del lavoro;
  • una proposta intesa a continuare ad analizzare e scambiare le migliori pratiche sui metodi più efficaci per contrastare la fuga di cervelli.

Se vuoi saperne di più sull’educazione all’imprenditorialità: 
https://webgate.ec.europa.eu/fpfis/mwikis/eurydice/index.php/Publications:Entrepreneurship_Education_at_School_in_Europe_-_2016_Edition 

Se vuoi saperne di più sulla Nuova agenda globale per le competenze:
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-16-2039_it.htm 

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