Lo studio realizzato dalla Commissione europea fornisce una valutazione dettagliata dell’impatto dello SVE su giovani, organizzazioni partecipanti e comunità locali coinvolte, prende in considerazione l’intero periodo di vita del Servizio Volontario Europeo dal 1996 al 2016, esamina una vasta gamma di effetti, dal contributo del volontariato all’occupabilità e alla carriera, all’internazionalizzazione delle organizzazioni partecipanti, fino ai vantaggi per la società in termini di apertura verso la diversità culturale.
La raccolta quantitativa dei dati ha incluso tutti i programmi europei per i giovani realizzati dal 1996 fino al 2106, e tutti i partner coinvolti, ed è stata svolta attraverso un’indagine online a cui hanno risposto 8.600 volontari e 1.900 rappresentanti di organizzazioni. Per la parte qualitativa, invece, sono stati condotti casi di studio in 15 paesi e 100 interviste mirate.
Chi sono i volontari che hanno risposto al questionario? Ecco le loro principali caratteristiche:– la maggioranza sono donne (63%);– i genitori della maggior parte dei volontari hanno un livello di istruzione terziaria;– la maggior parte dei partecipanti allo SVE ha completato o è in procinto di completare o ha pianificato di completare il percorso di istruzione terziaria (61%), mentre il 74% di loro dispone di un livello di istruzione terziaria al momento dell’indagine;– i volontari SVE (12%) sono più attivi nella ricerca di lavoro rispetto ai volontari non SVE (2%) e ciò potrebbe dimostrare che la mobilità internazionale attraverso lo SVE è più attraente per quei giovani che si trovano in una situazione di lavoro “precaria”;– i partecipanti vedono lo SVE come un’opportunità per acquisire competenze ed esperienze ritenute importanti per i datori di lavoro, per esplorare nuove e diverse possibilità di carriera, per sfuggire ad una situazione di precarietà;– anche i giovani con minori opportunità hanno affermato di essersi impegnati nello SVE per migliorare e ampliare le loro prospettive di carriera o perché volevano migliorare la loro futura occupabilità (45% rispetto al 35% dei giovani non rientranti tra quelli “con minori opportunità”);– le principali motivazioni a partecipare sono state: la possibilità di imparare una lingua straniera (87%) e incontrare nuove persone (86%); la possibilità di vivere all’estero (84%); lo sviluppo delle soft skill (78%); i benefici per le prospettive di carriera (63%);– la maggioranza dei volontari (70% degli attuali partecipanti e degli ex volontari) aveva precedenti esperienze di volontariato prima di partecipare allo SVE, un terzo era già stato all’estero in qualità di partecipante ad un progetto Erasmus o ad una attività lavorativa.
Chi sono invece le organizzazioni SVE che hanno risposto al questionario? La maggior parte delle organizzazioni partecipanti allo SVE (76%) appartiene al settore privato no profit, ha pochi dipendenti (il 64% ne ha meno di 10) ed ospita solo un esiguo numero di volontari (due terzi hanno meno di 10 volontari l’anno). Esse operano prevalentemente utilizzando la lingua locale, mentre circa un quarto delle organizzazioni che hanno risposto al questionario afferma che l’inglese è la lingua di lavoro primaria. In generale, le organizzazioni SVE hanno confermato che una parte consistente dei loro volontari è costituita da giovani con minori opportunità.Gli studi di caso indicano le principali motivazioni delle organizzazioni a partecipare allo SVE:– sono state influenzate da ex volontari SVE;– derivano da un’esperienza di lavoro come partner locali e, nel tempo e con l’aiuto del coordinatore SVE, hanno ottenuto l’accreditamento;– sono motivate dall’interesse ad associare una dimensione internazionale alle loro attività o dallo sviluppo di nuove partnership con paesi con cui non avevano rapporti di cooperazione.
Principali risultati sull’impatto individuale
La maggior parte degli attuali ed ex volontari SVE ritiene che il Servizio Volontario Europeo sia molto utile allo sviluppo personale, poiché offre l’opportunità di conoscere le proprie abilità, sviluppare competenze, allargare i propri orizzonti, oltre ad avere un forte impatto sullo sviluppo dell’autonomia e dell’indipendenza. Il volontariato in generale e lo SVE in particolare sembrano attrarre persone con mentalità molto sviluppate e questo elevato livello iniziale potrebbe limitare il potenziale del cambiamento determinato dal soggiorno SVE all’estero. Tuttavia, la maggior parte dei volontari conferma l’impatto positivo dell’esperienza sullo sviluppo della propria personalità, anche se tale cambiamento positivo non è stato dimostrato dall’analisi psicometrica.
Lo SVE ha anche un impatto sull’apprendimento e sullo sviluppo delle competenze: l’86% dei volontari afferma di aver migliorato le proprie abilità linguistiche, sia nella lingua locale che in inglese. Inoltre, lo SVE migliora le competenze inter-personali e sociali, in particolare per quanto riguarda le abilità sociali ed umane, come la comunicazione interpersonale o la comprensione di altre culture, mentre il volontariato sembra avere un minore effetto sulle competenze tecniche.
Lo SVE aiuta a sviluppare il capitale sociale dei suoi partecipanti: praticamente tutti hanno amici che vivono all’estero e con cui hanno spesso interagito durante il periodo di volontariato. Lo SVE influenza anche la vita privata: due volontari su tre avevano un partner di nazionalità diversa dalla propria.Lo SVE migliora l’occupabilità e le prospettive di carriera: l’83% dei volontari afferma che l’esperienza di volontariato li ha aiutati ad individuare le opportunità per il loro futuro professionale, a chiarire ciò che vogliono fare nella vita e a prepararli ad un percorso di carriera internazionale. Infatti, sei volontari SVE su dieci ritengono che l’esperienza di volontariato li abbia aiutati a trovare il loro primo lavoro; due su tre credono che l’esperienza sia vantaggiosa per il loro sviluppo professionale; quattro ex volontari SVE su dieci occupano posizioni manageriali. Al di là dell’occupazione e della carriera in quanto tale, lo SVE sta anche promuovendo lo spirito imprenditoriale: uno su dieci ex volontari ha già avviato la propria azienda o organizzazione.Lo SVE ha un effetto sulla partecipazione dei volontari alla vita civica e politica, mostra loro i modi e le possibili forme di partecipazione e li rende più pronti ad una partecipazione attiva. Tuttavia, solo un ex volontario su quattro riferisce di partecipare attivamente alla vita civica e politica, attualmente.
Una parte importante dello SVE è l’idea di rafforzare l’identità e gli atteggiamenti europei. Infatti, i volontari SVE hanno già una forte relazione con l’Europa, che rimane stabile nel tempo. Inoltre, dopo l’esperienza, due terzi dei volontari SVE sono più interessati alle tematiche europee e quattro su dieci si sentono più europei. La partecipazione al Servizio Volontario Europeo, inoltre, porta spesso ad aumentare la conoscenza e l’interesse verso altri paesi e culture, verso differenti prospettive e modi di pensare. I volontari SVE tendono a diventare più aperti e a superare le differenze culturali, il 97% afferma di aver imparato a stare insieme a persone con diverso background culturale.
Lo SVE aumenta le prospettive di vita e di lavoro all’estero o in un ambiente internazionale: più della metà degli ex volontari SVE conferma che il proprio lavoro ha caratteristiche internazionali, ad esempio coinvolge personale straniero e clienti internazionali e prevede contatti commerciali internazionali. Lo SVE rende anche le persone più mobili: la metà degli ex volontari SVE ha già cambiato il paese in cui vive o lavora almeno una volta, o addirittura più di una volta per uno su cinque ex volontari. Lo SVE stimola l’interesse dei volontari a viaggiare e scoprire nuovi luoghi e culture.
Infine, lo SVE ha un impatto concreto sugli atteggiamenti nei confronti dei gruppi svantaggiati e delle sfide sociali: i volontari acquisiscono una migliore comprensione dei problemi incontrati da alcuni gruppi nella società e ritengono di essersi impegnati di più per aiutarli; l’81% dei volontari afferma di sentirsi più consapevole e impegnato verso l’inclusione, verso i problemi legati alle persone con minori opportunità e, in generale, nella lotta contro la discriminazione. Tuttavia, solo un quarto degli ex volontari afferma di essere più attivamente coinvolto in un ulteriore lavoro per la comunità.
Principali risultati sull’impatto organizzativo
Lo SVE offre chiari vantaggi alle organizzazioni partecipanti: il 97% delle organizzazioni intervistate considera la propria partecipazione come “riuscita”. In termini di impatto sullo sviluppo organizzativo, i rappresentanti delle organizzazioni valorizzano in particolare alcuni aspetti positivi, quali l’apertura alla diversità culturale tra il personale (72%) ed il miglioramento delle competenze di gestione del progetto (62%); le organizzazioni dichiarano che lo SVE ha rafforzato il proprio profilo internazionale (96%); sette organizzazioni su dieci (74%) prevedono di rimanere coinvolti nello SVE.I vantaggi che lo SVE offre alle organizzazioni partecipanti sono ampie, anche se tendono ad essere meno visibili e meno tangibili degli impatti sui singoli volontari. In genere, l’impatto dello SVE sulle organizzazioni partecipanti è percepito ad un livello inferiore rispetto al reale potenziale. Il problema principale sembra essere la qualità di alcuni progetti SVE:– la qualità dei progetti non viene monitorata in modo sistematico;– le organizzazioni ospitanti tendono a mancare di capacità che garantiscano un’elevata qualità delle attività;– le organizzazioni di invio non dispongono di risorse per fornire una preparazione di alta qualità prima della partenza ed il follow-up al ritorno.
Le organizzazioni di coordinamento e le agenzie nazionali sono già attive nell’affrontare queste debolezze, ma il loro ruolo potrebbe essere ulteriormente rafforzato.L’impatto dello SVE è più visibile sulle piccole organizzazioni che sulle grandi. Questo perché le piccole ONG usufruiscono maggiormente delle risorse extra fornite dai volontari. Tuttavia, anche le piccole organizzazioni si trovano ad affrontare un aumento del carico di lavoro e maggiori rischi nei casi di abbandono del volontario. Il ruolo delle organizzazioni di coordinamento è fondamentale in questo senso, in quanto può aiutare le piccole organizzazioni ad ospitare volontari senza avere problemi di gestione del processo amministrativo.
Principali risultati relativi all’impatto sulla comunità locale
Complessivamente, l’impatto dello SVE sulle comunità locali è percepito come meno visibile e meno significativo dell’impatto sui singoli volontari e sulle organizzazioni ospitanti, in parte per la natura spesso informale delle interazioni tra la comunità e i volontari, in parte a causa della mancanza di strumenti per misurare l’impatto a livello locale.Tuttavia, lo SVE produce un effetto a catena nelle comunità locali: i volontari hanno un impatto diretto sui gruppi destinatari e sui volontari locali ma anche su altre persone che appartengono alla comunità più ampia.Per quanto riguarda i destinatari diretti del Servizio Volontario Europeo a livello locale, il lavoro dei volontari risulta particolarmente importante per i gruppi più difficili da raggiungere (ad esempio, la comunità Rom, le persone con disabilità o difficoltà di apprendimento): lo SVE consente loro di sperimentare nuove attività che non sarebbero altrimenti disponibili, di imparare nuove lingue e diventare più aperti ad altre culture. Per loro, molti volontari SVE diventano modelli di riferimento.
In relazione all’impatto sulla comunità più ampia, lo SVE ha un effetto positivo sull’apprendimento e il dialogo interculturale attraverso l’interazione dei volontari con i membri della comunità locale (ad esempio, attraverso eventi culturali). Ciò aumenta l’interesse degli abitanti per i viaggi all’estero e la motivazione dei giovani locali ad intraprendere azioni di mobilità transnazionale.Il contatto con i volontari SVE in arrivo ha un’influenza positiva sull’atteggiamento della popolazione locale nei confronti dell’UE, che viene così sensibilizzata all’Europa e all’identità europea. Inoltre, la regolare interazione con i volontari SVE può anche contribuire a ridurre i pregiudizi nei confronti dei cittadini stranieri.I progetti SVE hanno anche un impatto positivo sulla consapevolezza e sul livello di interesse delle comunità locali per il volontariato, ed in particolare per lo SVE. Viene inoltre rilevata una maggiore comprensione del contributo delle politiche per i giovani alla vita delle nuove generazioni.
Anche i progetti SVE hanno mostrato di avere un impatto sui sistemi e sulle strutture locali, poiché sviluppano le capacità delle comunità locali e contribuiscono a costruire ulteriormente la società civile. Attraverso la collaborazione tra le organizzazioni accreditate SVE e la rete di partner locali si rafforza la capacità di offrire opportunità ai giovani.Sono inoltre necessarie le interazioni dirette tra volontari e cittadini, ad esempio attraverso eventi organizzati al di fuori dell’organizzazione ospitante. In assenza di interazioni dirette, i volontari SVE tendono a rimanere insieme, mentre gli abitanti locali tendono a non notare la loro presenza o il loro lavoro nella comunità.
Conclusioni e raccomandazioni
Quali i suggerimenti per migliorare le attività e rafforzare l’impatto del Servizio Volontario Europeo?
– Sviluppare la consapevolezza dei vantaggi offerti dallo SVE, in particolare tra i giovani più vulnerabili: gli ex volontari possono essere incaricati di diffondere lo SVE attraverso incontri, social media, colloqui presso scuole, università, centri giovanili, fiere;– Migliorare e formare gli animatori giovanili e le persone che lavorano nei servizi formali, per accrescere la consapevolezza delle opportunità e la fiducia dei giovani ad intraprendere percorsi di mobilità a livello internazionale;– Creare nuove reti peer-to-peer ed utilizzare quelle esistenti con l’obiettivo di sensibilizzare;– Pubblicizzare lo SVE come programma di mobilità, investendo maggiormente nella formazione dei mentori e nella formazione pre e post mobilità per i volontari;– Introdurre quote per il coinvolgimento di giovani con minori opportunità: una certa percentuale di volontari inviati e ospitati dovrebbe rientrare nella categoria dei “giovani con minori opportunità”;– Utilizzare strumenti e canali che aiutino ad accrescere la consapevolezza, come i social media, i canali televisivi e radio preferiti dai giovani;– Rafforzare il ruolo delle organizzazioni di invio nella selezione dei volontari, con particolare attenzione al raggiungimento dei giovani con minori opportunità, motivandoli e accompagnandoli con un adeguato supporto durante tutta l’esperienza;– Riconsiderare il processo di accreditamento SVE, assicurando un più ampio pool di organizzazioni SVE;– Rafforzare i sistemi di qualità dello SVE, accrescendo la capacità delle organizzazioni ospitanti di offrire un’esperienza di qualità a tutti i volontari;– Prevedere una formazione per le organizzazioni che inviano volontari su come raggiungere i target gruppi specifici e come prepararli alla mobilità;– Fornire supporto ai processi di follow-up dopo lo SVE per assicurare il reinserimento del volontario nella propria comunità;– I progetti di Servizio Volontario Europeo dovrebbero facilitare l’interazione diretta tra volontari SVE e volontari locali;– I progetti SVE dovrebbero essere concepiti per soddisfare le esigenze della comunità locale.
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