Presentata una ricerca ANG dedicata agli impatti del programma Corpo europeo di solidarietà sull’occupabilità dei giovani volontari coinvolti
PALERMO – Si è concluso oggi l’evento “Team Noi: Storie di giovani tra solidarietà, volontariato e impegno civico”, promosso dall’Agenzia Nazionale per i Giovani (ANG) con l’obiettivo di favorire una riflessione condivisa sull’esperienza di volontariato partendo dal Corpo Europeo di Solidarietà (ESC), il programma UE, gestito in Italia da ANG, che consente a migliaia di ragazze e ragazzi di vivere esperienze di volontariato e di solidarietà, prestando aiuto alle persone vulnerabili e provando a dare una risposta ai problemi sociali.
L’incontro è stato l’occasione per presentare un’importante ricerca realizzata dall’Agenzia Nazionale per i Giovani “Effetti della Cittadinanza Attiva nell’Occupabilità dei Volontari Partecipanti al programma ESC”, finalizzata a individuare il potenziale impatto del programma sul mondo del lavoro per i volontari italiani che hanno partecipato a progetti di volontariato europeo, indagando come questa esperienza abbia una ricaduta positiva sull’occupabilità, il miglioramento delle proprie competenze e abilità personali.
Il 42,5% degli intervistati evidenzia infatti come l’esperienza all’estero si dimostri una leva strategica per lo sviluppo di un pensiero più aperto sul piano personale e professionale; l’8,63% pone l’accento su un’aumentata consapevolezza del valore della diversità e dell’inclusione rafforzando reti di relazioni extra-nazionali; ancora il 12% evidenzia come la partecipazione al programma favorisca lo sviluppo di competenze specifiche e trasversali.
“In questi giorni a Palermo si sono confrontate espressioni diverse del volontariato giovanile accomunate tutte da alcuni valori: solidarietà, universalità, diritti umani. – dichiara Lucia Abbinante Direttrice Generale dell’ANG – Da tutte queste esperienze arriva un messaggio chiarissimo: in un tempo caratterizzato da crisi ed emergenze, l’unica risposta in grado di interpretare i cambiamenti in corso è il ‘noi’. Non più prospettive singole, ma forze che fanno rete, per costruire comunità solidali e inclusive e per essere qualcosa ‘Di più, insieme’, come recita lo slogan del Corpo europeo di solidarietà.
Il volontariato giovanile, che attiva giovani portatori di interessi diversi, deve essere proprio la voce nel tempo del costruire, partendo dai singoli territori che esprimono non una gioventù, ma le gioventù. L’impatto positivo sui territori, il confronto con altre culture, la crescita personale che ne deriva fanno del volontariato un’opportunità straordinaria che migliora le comunità e che allarga gli orizzonti conoscitivi dei giovani volontari coinvolti. A tal proposito, la ricerca realizzata dall’Agenzia Giovani dimostra proprio quanto esperienze di questo tipo contribuiscano a definire le persone in contesti non formali, arricchendo le conoscenze e le competenze non formali con ricadute positive in termini di occupabilità.” Secondo la ricerca, infatti, l’esperienza svolta insieme al Corpo Europeo di Solidarietà ha potenziato competenze e conoscenze utili nei colloqui di lavoro, come ad esempio la lingua inglese, oltre a contribuire a rendere i futuri candidati più performanti e sicuri di sé grazie al confronto con realtà culturali differenti. Contemporaneamente lo stesso programma è stata occasione per fare networking, trasformandosi in un veicolo potenziale per facilitare la costruzione di opportunità occupazionali. Infine, in concomitanza con l’anniversario della strage di via D’Amelio, in cui il 19 luglio 1992 persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, l’incontro è stato anche un’importante occasione per riflettere sul ruolo che le comunità giovanili possono ricoprire nel contrasto alle mafie, attraverso il proprio impegno civico e il proprio attivismo.
“Questo evento – commenta Silvia Losco Dirigente dell’Ufficio Servizio Civile Universale Dipartimento per le Politiche giovanili – organizzato da ANG proprio in occasione del trentennale delle stragi di Capaci e via d’Amelio, rappresenta un momento importante di riflessione e confronto sul tema del volontariato giovanile . Il Servizio civile universale è presente con la sua storia, con i suoi valori fondanti di difesa non armata della Patria e con una traiettoria di sviluppo pronta ad accogliere le nuove sfide, dal digitale all’ambientale come leve di inclusione, uguaglianza e sviluppo sostenibile. Conoscersi, riconoscersi per procedere insieme, ragazzi, enti che operano nel settore ed istituzioni. L’impegno che ci diamo oggi è quello di stimolare, con una contaminazione continua, La partecipazione dei ragazzi ad una cittadinanza attiva come strumento di sviluppo personale, a servizio del Paese”
La partecipazione dei giovani ai programmi europei contribuisce infatti a rafforzare il loro senso di cittadinanza attiva, attraverso l’impegno e il coinvolgimento in progetti di mobilità, volontariato e solidarietà e attraverso il confronto con culture differenti.
L’appuntamento di Palermo ha visto inoltre il coinvolgimento di un importante parterre di ospiti che, tra sessioni d lavoro, interventi istituzionali e testimonianze dirette di giovani e referenti di associazioni coinvolte in progetti di volontariato e solidarietà, si sono confrontanti su importanti temi sociali di interesse collettivo:
Nel nostro Paese – dichiara Immacolata Postiglione Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile – non c’è niente come la Protezione Civile che incarna il senso del NOI, abbiamo alle spalle una grande storia. Questo 2022 è un anno molto significativo, perché sono 40 anni che è nato il nostro Dipartimento e sono 30 anni dall’istituzione del Servizio Nazionale. Anni in cui ci siamo stati per le emergenze e non solo, abbiamo lavorato sulla previsione e sulla prevenzione, abbiamo saputo essere squadra, facendoci corpo unico, mettendo a sistema le migliori competenze ed esperienze del Paese. Ci aspetta una sfida importante. Quella di diffondere la cultura del rischio e della protezione civile. Abbiamo bisogno più che mai del nostro volontariato e dobbiamo contaminare mondi diversi. Nel pieno della pandemia covid, 35mila volontari del Servizio Civile hanno fornito un contributo straordinario. Dobbiamo mutuare quell’esperimento sulle grandi emergenze del Paese. Nel passato ci sono state occasioni in cui lo abbiamo fatto, deve diventare prassi comune. Possiamo immaginare la stessa cosa con il Corpo Europeo di Solidarietà, uno dei programmi europei gestiti dall’Agenzia Nazionale per i Giovani. D’altronde intorno all’idea di solidarietà è nata l’Europa e ora si sviluppa un’idea nuova di volontariato, più globale, più universale. Facciamoci forza anche di questo, troviamo un territorio e uno spazio comune.
Ancora Matteo Camporeale Vice Presidente Nazionale e Rappresentante dei Giovani CRI commenta: “Riunire giovani con diverse esperienze di volontariato è sicuramente un importante momento di crescita” racconta Matteo Camporeale, Vicepresidente e Referente Giovani della Croce Rossa Italiana. “Con molto piacere come Giovani CRI partecipiamo a questa iniziativa di 3 giorni organizzata dall’Agenzia Nazionale dei Giovani per condividere le nostre storie di solidarietà e partecipazione attiva e contribuire a costruire la rete del ‘team noi’, perché solo insieme possiamo avere un impatto sulle nostre comunità e valorizzare l’impegno di migliaia di giovani che quotidianamente portano avanti il loro impegno civico”.
“Un’importante opportunità – sostiene Eliana Messineo di Libera Palermo . per ascoltarci e confrontarci su percorsi comuni di memoria e impegno con e per i giovani. Farlo a Palermo, in corrispondenza del trentennale della strage di via D’Amelio, dà senso agli anni trascorsi, alla voglia di riscatto che è partita proprio da qui, nel momento di peggiore abisso per questa città e il nostro Paese. Quel cambiamento che ha coinvolto, attraverso la partecipazione, il volontariato, l’animazione dei territori, giovani di allora, adesso adulti, quegli stessi cui spetta la responsabilità di garantire alle nuove generazioni un presente e un futuro di diritti, giustizia sociale, possibilità di costruire nella propria terra le proprie vite collettive, libere dalle mafie e da ogni forma di oppressione”.
Infine, Matteo De Mitri Esponente del Consiglio direttivo del Comitato Italiano per l’Unicef e volontario: “Un’occasione da utilizzare come punto di partenza per costruire un dialogo ancora più approfondito e proficuo tra organizzazioni e, in particolare, tra coloro che sono il vero cuore pulsante dei programmi in Italia e all’estero: i volontari. Un volontariato che, seppur derivante da bisogni e da mission che possono sembrare distanti, si deve sempre più riconoscere in valori comuni dai quali farsi trainare”.
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